Jomoson Trek

La regione dell'Annapurna si trova verso il nord del Nepal centrale. La regione è nota per il più avvincente scenario naturale, profonde valli, gole, passi di alta montagna e vegetazione che va dal sub-tropicale all'alpina, monasteri buddisti, il Tempio di Muktinath, diversi villaggi ed etnie con la loro cultura e stile di vita.. La regione comprende le vette dell'Annapurna, gli Annapurna I°, II°, III° e IV°, il Dhaulagiri, il fiume Kali Gandaki e diversi altri punte minori. I più importanti gruppi etnici sono i Gurung, i Thakali ed i Managhis. Gli animali presenti sono le Pika, le pecore blu e il thar (capricorno) dell'Himalaya. La vegetazione passa dalle speci tropicali alle foreste temperate di querce, faggi e rododendri. Mustang o Lo Manthang, il deserto altopiano situato nell'alta valle del fiume Kali Gandaki, e al nord della catena himalayana principale rientra ancora in questa regione. I più popolari percorsi di trekking di questa regione sono Jomosom, il circuito dell'Annapurna, il Campo base dell'Annapurna, la pedemontana verso l'Annapurna, il Siklis, il Lamjung, il Dhaulagiri, l'alto Mustang e giri attorno a Pokhara. Il momento migliore per visitare questa regione è l'autunno.

Il Dhaulagiri da Poon hill

Accesso: Jomoson via aereo da Kathmandu

Partenza: Jomoson 2720m
Dislivello: +4000m; -6000mm
Difficoltà: E
Tempo di salita: 2h30'
Periodo consigliato: Metà Settembre-Metà Dicembre
Segnavia:
Cartografia: Schneider editore 1:100.000 Annapurna (distribuita da Nelles); National Geographic Trail illustrated 1:135.000 Annapurna Adventure Map
Bibliografia:
  • O. Amman, G. Barletta Nella terra degli Dei 1000 chilometri a piedi in Nepal, Ed. Dall'Oglio, Varese 1983, pag. 109 e seguenti;
  • S. Bezruchka, A Guide to TREKKING IN NEPAL, Ed. Sahayogy Press, Kathmandu 1981, pag. 131 e seguenti
  • B. Mayhew, J. Bindloss,Trekking in Nepal, Ed. Lonely Planet (3° edizione italiana 2010), pag. 192-206
Punti di appoggio:
Guest-house nei villaggi
Note:

 

Itinerario

1° Giorno (13-01-1984)

Katmandu-Jomoson-Kagbeni-Kingar

La giornata comincia presto alle 5 perchè devo prepararmi lo zaino e lasciare il bagaglio in eccesso all'albergo. Alle 6,30 sono all'aeroporto di Kathmandu e dopo circa 2 ore parto sul traballante aeroplanino (14 posti) con una hostess graziosa e gentile (Malamana). Ma attenti, la prima partenza è falsa, perchè dopo 5 minuti di volo ritorniamo all'aeroporto internazionale Tribhuvan per noie al motore. Dopo circa un'ora ripartiamo e questa volta è quella buona. Lo spettacolo delle montagne è imponente: riconosco l'Annapurna e il Nilgiri. In circa un'ora siamo a Jomoson; ero l'unico europeo sull'aereo pieno di nepalesi con le più svariate merci in cabina (uova, pentole, radio, ecc.). Jomoson è immerso in un paesaggio lunare, non c'è un albero, siamo a 2700 metri ed il Nilgiri Sud è veramente imponente con il suo versante Nord che cade sul paese. Mi incammino con il mio zaino di 13kg, un peso piuma per i portatori nepalesi abituati ai carichi di 35-40 chili. Seguo il corso del Kali Gandaki e dopo circa 3 ore sono a Kagbeni. Decido di continuare per Kingar, così domani sarò più vicino a Mutkinak; le 3 ore che seguono sono un calvario, pago il mio scarso allenamento, ma sono ripagato dalla vista del Tuchuka Peak (7000m) e del Dhaulagiri veramente imponente. É bellissimo, ogni persona che incontroi saluta con il suo "Namastè" (saluto il Dio che è in te). Molte delle carovane di asinelli che incontro vengono da Mustang, il Kingdom proibito agli stranieri. Alle 16, stremato arrivo al Kingar Lodge dove mi riposo e prendo un tea with milk. Scende la notte ed è veramente fredda (-15°C) per fortuna che la down jacket (piumino) e lo sleeping bag che ho affittato a Kathmandu sono ottimi. Prima di andare a letto scambio le mie vecchie scarpe Canguro con un bellissimo paio di di tibetan boots (mal me ne incoglierà) fatti di cuoio e pelliccia di yak e ceno (Mustang beer, tibetan bread, vegetal omelette e gnocchi vegetali); ogni cosa è buona, ma sa di capra in modo impressionante, mi ci abituerò. Alle 20,30 dopo aver bighellonato un'ora attorno al fuoco (davanti brucia e dietro geli) mi metto a letto nella mia camera senza un vetro alla finestra, sperando che il sacco a pelo sia caldo, così è infatti, perchè nel corso della notte mi toglierò la calzamaglia.

2° Giorno (14-01-1984)

Kingar-Jarkot-Muktinath-Kingar

Colazione con tibetan bread e tea e mi avvio per Muktinath, attraverso il villaggio di Jarkot 3612m, che con le sue case piatte (tibetane) e le bandiere di preghiera che garriscono al vento è magnifico (è stato utilizzato come location per il Marco Polo televisivo del 1982). Dopo un'ora e mezza ed una foto ad un'aquila sono a Muktinath. Questo paese è un famoso centro di pellegrinaggio per tibetani, indiani e nepalesi; vedo le sue sacre fontane, il tempio tibetano, le fiammelle di metano sotto il tempio di Bhudda, le bandiere ed i tamburi di preghiera. Tutto è mistico. La macchina foto si ferma, siamo sotto zero e le batterie ne patiscono. Torno indietro e pranzo al Muktinath Hotel, perfetto nella sua semplicità; la proprietaria mi racconta che qui 4 anni fa vennero degli italiani a girare scene del Marco Polo televisivo, infatti vedo un adesivo della produzione su di un muro. Do un ultimo sguardo alla faccia Nord dell'Annapurna e torno a Kingar, dove dopo cena alle 20,30 vado di nuovo a letto perchè non resisto al freddo.

3° Giorno (15-01-1984)

Kingar-Kagbeni-Jomoson

Mi alzo, preparo lo zaino, saluto il gestore e parto per Kagbeni. In discesa continua la lotta con la batteria della macchina fotografica; alla fine trovo la soluzione, la metto in tasca e la inserisco nella macchina al momento di scattare la foto. Incontro trekkers di tutto il mondo, eccetto che dall'Italia. A mezzogiorno sono a Kagbeni, la porta vietata di Mustang: la gente è ospitale, le mucche sono pelose (Yaks) ed i bambini bellissimi, chiedono caramelle e penne in continuazione. Ne do loro qualcuna, me le ero portate dietro apposta. Pranzo e mi incammino per Jomoson, c'è un vento fortissimo e fa freddo, nonostante siano solo le 15, una carovana di yaks mi accompagna fino al paese. Questo paese è più caro di Kingar e di Muktinath, forse perchè è vicino all'aeroporto. Rifletto sulle carovane di asini e yaks incrociate; sono le stesse che incrociò Marco Polo? Mi sento un pò Marco Polo anch'io. Fuori dal lodge (bello) il vento continua a soffiare, il Nilgiri incombe, carico di nevi e di nebbie, proprio come lo aveva visto Herzog nel 1950 cercando la strada per salire l'Annapurna.

4° Giorno (16-01-1984)

Jomoson-Tuckuke-Kalopani

Mi incammino da Jomoson con la tormenta, che a Tuckuke si trasforma in pesante nevicata. Pranzo con Peter, un simpatico inglese appassionato di ornitologia con cui raggiungo Kalopani nella nebbia e con circa mezzo metro di neve. Penso al tempismo con cui ho scambiato le Canguro.

5° Giorno (17-01-1984)

Kalopani-Dana-Tatopani

Partenza da Kagbeni con Peter, Larry e Genny, gli ultimi due sono americani del Minnnesota e parlano un inglese per me terribile. Dopo un'ora di cammino Larry ha dei problemi ad un ginocchio; gli presto la mia ginocchiera. Spero che il mio menisco non si faccia sentire troppo, altrimenti sarà durissima. Questa tappa è tutta in discesa, 1200 metri di dislivello. A Dana intravediamo un pezzo di Annapurna. A sera, ormai al buio, giungiamo a Tatopani (hot water) 1200m. L'ambiente è cambiato completamente, siamo passati all'ambiente tropicale, ci circondano alberi di mandarini, aranci e banane. Pernottiamo al Kamala Lodge, davvero bello. Nel corso della cena Larry promette di passare da Torino prima di tornare negli States.

6° Giorno (18-01-1984)

Tatopani-Phalatè

Parto da Tatopani da solo, perchè gli altri si fermano qui un giorno. Oggi giornata dura, perchè mi aspettano 1700m di dislivello per arrivare al Ghorapani Pass; infatti non ci arrivo, mi fermo a Phalatè ad un paio d'ore dal passo. Qui i campi sono verdissimi. Prima di giungere a Phalatè sbaglio strada, per fortuna due nepalesi mi fermano dandomi le giuste indicazioni; perdo così solo 10 minuti.

7° Giorno (19-01-1984)

Phalatè-Ghorapani-PoonHill (Panorama sull'Annapurna, Dhaulagiri,Tuckuke Peak ed i tre Nilgiri )

Finalmente oggi vedo il Dhaulagiri e l'Annapurna Sud (imponente). In compagnia di Murry e Lise arrivo al Ghorapani Pass (horsewater) dove ci fermiamo all'Annapurna Lodge. La vegetazione è di nuovo cambiata, siamo nella terra dei rododendri giganti. La strada che porta al Ghorapani Pass è dura, perchè c'è molta neve, la traccia è gelata e le mie scarpe da ginnastica non sono certo l'ideale per questo tipo di terreno. Si alza la nebbia e non vediamo più nulla, ma ci dicono che al tramonto ed all'alba la nebbia non ci sarà, spero. Primo tentativo verso Poon Hill al tramonto, ma va buca, la nebbia non si alza ed inoltre sto male, una dissenteria feroce mi perseguita. Alla sera, dove mi sono nutrito solo con una minestrina chiacchero con il proprietario del Lodge, un interessante nepalese, che ha speso 16 anni nell'esercito inglese. Ha visitato 16 nazioni, ha combattuto contro i malesi ed ha montato la guardia tre volte a Buckingam Palace, dove ha visto tre volte la Regina d'Inghilterra, mentre non ha mai visto il suo Re; infatti non lo ama troppo.

8° Giorno (20-01-1984)

Ghorapani-Ullere-Birethanthi

In compagnia di Lize, Murry ed Josef, un simpatico austriaco, all'alba ci rechiamo di nuovo a Poon Hill e questa volta lo spettacolo è grande. La vista spazia dal Dhaulagiri, al Tuckuke Peak, i tre Nilgiri e l'Annapurna Sud e I°. Non ci sono parole sufficienti per descrivere questo spettacolo. Ritorniamo all'Annapurna Lodge e dopo il breakfast, ricco come al solito, ci avviamo per Birethanti, avremo 1600 metri di discesa. Incrociamo una miriade di asinelli, i locali mezzi di trasporto ed a Ullere, caso unico in tutti i 10 giorni del trekking incrocio un italiano: Marco di Torino. Apprendiamo la notizia che a Chandrakot hanno ucciso e rapinato due turisti in tenda, mah? Al far della sera giungiamo Birethanti, dove finalmente posso lavarmi i piedi nel fiume, gran sollievo dopo sette giorni. Ci concediamo un paio di birre indiane, carissime, ma tant'è.

9° Giorno (21-01-1984)

Bhirethanti-Naudanda (panorama sul Machapucharè e sull' Annapurna S-I-II-IV)

Oggi da Birethanti arriviamo a Naudanda, l'ultimo Big Pass, sono 800 metri di salita. I villaggi che incontriamo sono belli e ordinati, ricordano il Trentino. Da Naudanda possiamo vedere Pokhara, il termine del nostro trekking.

10° Giorno (22-01-1984)

Naudanda-Pokhara

All'alba la vista degli Annapurna I°, Sud, II°, IV° e Machpucharè è di nuovo grande, ma ormai sono stanco, sporco e miro solo più ad arrivare a Pokhara il più presto possibile per lavarmi. Ultima disavventura, giusto sopra Pokhara sbagliamo sentiero e così dobbiamo attraversare faticosamente una miriade di campi di riso, ma finalmente siamo a Pokhara. Soggiorniamo nell'hotel dove stava Josef, tranquillo e pulito. Dopo pranzo, grande doccia e bucato. Nel pomeriggio incontro il gestore del Lodge di Kingar, l'infezione alla sua gamba è peggiorata ed è venuto qui per ricoverarsi all'ospedale. Si è fatto cinque giorni di marcia... Alla sera cena di Addio con Lize, Murry e Josef.

 

Foto 1984


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